Il muro portante è il vero e proprio punto nevralgico di ogni costruzione. Sorregge infatti tutto l’edificio, scaricando a terra il peso delle strutture sovrastanti (i carichi verticali) e sopportando le pericolose interferenze dei carichi orizzontali, derivanti da venti e terremoti. È evidente che la funzione di questi muri sia vitale per sostenere le abitazioni, pertanto riconoscere i portanti dai divisori acquisisce grande rilevanza. Soprattutto se si intende effettuare interventi di modifica o rimozione delle pareti all’interno della propria casa.
Con quali materiali può essere realizzato un muro portante?
I materiali non hanno tutti la stessa resistenza al carico, dunque la loro scelta è decisiva per definire, a seconda del contesto, la qualità di un muro portante. Scopriamo insieme quali sono i principali:
- Mattone cotto pieno (laterizio). Si tratta di un materiale economico, che consente rapide modalità di costruzione. Tuttavia, con l’avvento del calcestruzzo, viene ormai utilizzato solo nelle tamponature;
- Colato in casseforme modulari, è impiegato nei muri di grande spessore;
- Cemento armato. Deriva dall’ aggiunta, nel calcestruzzo, di tondini di ferro o di acciaio;
- Garantisce un buon isolamento termico ed acustico, a prezzi ragionevoli. Viene utilizzato più spesso nei muri misti.
Cosa succede se si abbatte un muro portante?
Essendo i muri portanti direttamente collegati alle fondamenta degli edifici, rimuoverli significa minare in maniera irreparabile la statica della struttura, con il rischio annesso di crolli, o, addirittura, di collassi totali da parte della costruzione. Perciò, è fondamentale tenere a mente che un muro portante non può essere mai abbattuto del tutto, al massimo modificato con degli interventi parziali. Qualora si volesse agire in questo modo, è però necessario rivolgersi a degli esperti in materia, onde evitare qualsiasi pericolo derivante da un’operazione così delicata, che comporta anche un articolato iter burocratico per ottenere i permessi: solo quando il Genio Civile avrà approvato il progetto redatto da un architetto o ingegnere, si potrà procedere.
Come valorizzarlo al meglio nell’ambiente domestico
Vista la loro importanza strutturale e l’impossibilità di rimuoverli del tutto, è chiaro che i muri portanti, se collocati in determinati punti della casa, diventano giocoforza parte integrante dell’arredamento. Per valorizzarli come si deve, una strategia è quella di creare delle nicchie all’interno del loro perimetro, sfruttabili in diverse maniere. Possono fungere da ripiano per poggiare gli oggetti più disparati, da spazi in cui inserire mobili come mensole o armadi, da cavità nelle quali incassare elementi decorativi come quadri o sculture, oppure da supporti per le illuminazioni (lampade o faretti), in modo da creare nuovi punti luce nella stanza.
Se invece l’obiettivo è realizzare un open space o stanze meglio collegate, c’è la possibilità di generare delle aperture nel muro portante. I lavori sono certamente più impattanti rispetto alla creazione di una nicchia, ma, se le condizioni della parete lo consentono, un’apertura permette di far comunicare direttamente gli ambienti casalinghi, anche con interessanti soluzioni decorative, quali archi, porte o infissi di vario genere.